domenica 3 maggio 2009

Sri Lanka: guerra totale

Continua senza sosta la guerra tra esercito dello Sri Lanka e i guerriglieri delle Tigri Tamil. La missione dei ministri degli Esteri di Francia e Inghilterra dei giorni scorsi è infatti fallita totalmente.

Si è saputo oggi che l'esercito ha bombardato una zona abitata da soli civili, in cui si trova un ospedale da campo.
Novantuno le persone morte. La notizia e' stata data alla Bbc da due medici dell'ospedale, i quali hanno precisato che il bombardamento a Mullivaikal e' avvenuto in due giornate consecutive: sabato sono morte 64 persone, pazienti, familiari e personale sanitario. Ottantasette persone sono rimaste ferite.

Altre 27 persone sono state uccise dai bombardamenti del giorno precedente. L'esercito smentisce di aver colpito l'ospedale e fa ovviamente ricadere la colpa sulle Tigri Tamil, che avrebbero compiuto attacchi suicida.

Una guerra fratricida a 360 gradi senza fine.


Sri Lanka, guerra senza tregua
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 30 aprile 2009

La missione diplomatica in Sri Lanka dei ministri degli Esteri britannico e francese, David Miliband e Bernard Kouchner, non è riuscita a convincere il presidente Mahinda Rajapakse a concedere una tregua umanitaria alle Tigri tamil per consentire l'evacuazione dei 50 mila civili ancora intrappolati nella zona di conflitto.

Il presidente: occidentali ipocriti e ingenui. "Non ci sarà nessun cessate-il-fuoco", ha dichiarato Rajapakse dopo la partenza dei due diplomatici. "Gli occidentali cercano di fare pressione su di noi usando l'argomento dei civili: ma perché non vanno a vedere cosa hanno fatto e stanno facendo loro in Iraq e Afghanistan? Se io ho detto che non stiamo usando armi pesanti e bombardamenti per non mettere a rischio i civili, significa che è così. Ma questi inviati stranieri sono pronti a credere alla propaganda di un'organizzazione terroristica".

Ma le immagini e le notizie che giungono dalla zona dei combattimenti dimostrano che le forze armate di Colombo - che domenica avevano annunciato che non avrebbero più usato ‘armi pesanti' - stanno continuando a bombardare dal cielo, dal mare e dalla terra i cinque chilometri di spiaggia a nord di Mullaitivu rimasti in mano ai guerriglieri dell'Ltte.

I bombardamenti non si fermano. Un video diffuso dalle Tigri tamil mostra i caccia governativi che lunedì 27 aprile sganciavano bombe sulla cosiddetta ‘Safe Zone'. Alle 6 di pomeriggio, sempre secondo le Tigri tamil, sono iniziati i bombardamenti di artiglieria, proseguiti senza sosta tutta la notte, fino alle 11 del mattino seguente: in diciassette ore almeno 2.600 razzi, 2 mila proiettili di mortaio e mille cannonate, sparate anche dalle navi della marina militare, sono piovute sulle tendopoli tra le palme, uccidendo 272 civili e ferendone altre centinaia.

Impossibile confermare queste notizie, vista l'assenza in loco di giornalisti e osservatori indipendenti. Anche se le immagini delle esplosioni sulla spiaggia confermano il bombardamento sugli sfollati.
Ieri mattina, mercoledì, i guerriglieri avrebbero raccolto altri 160 cadaveri di civili. E nel pomeriggio, attorno alle 16, i bombardamenti, da terra e dal mare, sarebbero ricominciati, uccidendo altri 150 civili e colpendo anche l'unico ospedale da campo rimasto: il bilancio fornito ieri sera dall'Ltte parla di almeno nove pazienti uccisi e quindici feriti.

Uccisi 6.432 civili, 150 mila profughi maltrattati. Le Nazioni Unite, non le Tigri tamil, hanno contato 6.432 civili tamil uccisi tra il 20 gennaio e il 20 aprile, ovvero più di settanta ogni giorno. Ora che la densità di sfollati è aumentata (50 mila ammassati in otto chilometri quadrati), le cifre fornite quotidianamente dall'Ltte potrebbero anche essere verosimili.

Non se la passano meglio i 150 mila civili tamil scappati nelle ultime settimane dalla zona di conflitto e finiti nei ventiquattro campi d’accoglienza allestiti e gestiti dall’esercito, dove, secondo il sito filo-ribelle TamilNet, i profughi vengono trattati “come i prigionieri dei campi di concentramento nazisti”: “Le condizioni igieniche – denuncia il sito – sono disumane, il cibo viene lanciato ai profughi come ai cani, e la gente è costretta a correre. Nel campo di Menik, a Vavuniya, due bambini sono morti schiacciati nella calca. Sessanta profughi sono già morti per malattie. E almeno trecento giovani sono stati forzosamente arruolati nell’esercito”. Precedentemente erano già stati denunciati maltrattamenti, torture e sparizioni. Nesso può uscire dai campi, salvo gli ultrasessantenni che hanno parenti in zona.