venerdì 29 gennaio 2010

Iran, Khamenei, Shoah e traduttori diabolici...

Nel Giorno della Memoria i vari media mainstream italioti si sono scatenati nel riportare le dichiarazioni della Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, durante un suo incontro avuto con il presidente della Mauritania.

Ma per l'ennesima volta la traduzione delle sue parole è stata volutamente manipolata per poter poi abbaiare a volontà contro il regime iraniano. Era successo lo stesso qualche anno fa con il presidente Ahmadinejad e il suo fantomatico "cancellare Israele dalle mappe geografiche".

Qui di seguito è riportato esattamente il testo che la redazione online del Corriere della Sera ha pubblicato in proposito due giorni fa.

Shoah, la provocazione di Teheran
«Un giorno vedremo Israele distrutta»

Khamenei rilancia l'appello di Ahmadinejad a «cancellare Israele dalla mappa del mondo»

MILANO - «Di sicuro verrà il giorno in cui le nazioni della regione vedranno la distruzione del regime sionista. I tempi di questa dipendono dal modo in cui le nazioni islamiche affronteranno il tema». Nel Giorno della Memoria la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, invoca nuovamente la scomparsa di Israele, rilanciando l'appello del presidente Mahmoud Ahmadinejad a «cancellare Israele dalla mappa del mondo» e a interpretare l'Olocausto come un «mito».

INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA MAURITANIA - Le frasi di Khamenei, sono riportate sul sito web della guida spirituale, impegnata con Ahmadinejad a compattare la Repubblica Islamica contro il nemico storico anche per superare le difficoltà politiche interne. Khamenei ha ricevuto il presidente della Mauritania Mohammed Ould Abdel Aziz e ha invitato lo Stato africano a troncare definitivamente le relazioni con Israele; una strada che Nouakchott aveva già cominciato a percorrere nel gennaio del 2009 con la sospensione delle relazioni diplomatiche.

PROCESSARE AHMADINEJAD» - Proprio all'Iran e ad Ahmadinejad ha fatto riferimento lo scrittore ebreo sopravvissuto all’Olocausto Elie Wiesel, parlando nell’aula di Montecitorio : «Come si può trattare con un presidente di nazione che non riconosce la Shoah né il diritto di Israele ad esistere? - ha chiesto Elie Wiesel -. Dovrebbe essere arrestato e tradotto davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja per incitazione a crimini contro l’umanità».

Questo quindi il breve articolo del Corriere della Sera, replicato negli stessi toni in quasi tutti gli altri quotidiani italioti e del resto del mondo.

Ma cosa ha detto esattamente l'Ayatollah Khamenei?

Se si va sul suo sito online (http://english.khamenei.ir//index.php) si legge la traduzione in inglese delle sue dichiarazioni rese durante l'incontro con il presidente della Mauritania. Ed è proprio da questo sito web che tutte le testate mainstream hanno attinto per fare poi quegli osceni articoli, di cui quello del Corriere della Sera rappresenta solo uno dei tanti esempi.

Sul sito web di Khamenei la fantomatica frase sulla distruzione d'Israele è questa:"Undoubtedly, the nations of the region will witness the collapse of the Zionist regime one day. The timing of this event will depend on the actions of Islamic countries."

Qualsiasi persona che mastica un po' l'inglese avrebbe facilmente tradotto la parola "collapse" con "collasso" o "crollo", termini dal significato completamente diverso rispetto a "distruzione".

Quindi due sono le cose: o tutti i traduttori delle redazioni dei quotidiani italioti sono degli emeriti imbecilli ignoranti oppure si è ancora una volta manipolato strumentalmente il significato delle parole del più alto esponente di un Paese inviso all'Occidente e soprattutto a Israele.

E' ovvio che la seconda ipotesi è quella vera e che...ci siamo rotti le palle!!


Khamenei, i gazzettieri e la "distruzione" dello stato sionista
da http://iononstoconoriana.blogspot.com - 27 Gennaio 2010

Secondo il Corriere della Sera l'ayatollah Khamenei (nella foto) avrebbe approfittato di un incontro con l'ambasciatore mauritano per rilanciare il cosiddetto "appello di Ahmadinejad a cancellare Israele dalla mappa del mondo" e per invitare la Mauritania a "troncare definitivamente le relazioni con Israele".

Più o meno con gli stessi vocaboli la notizia -o per meglio dire la ciancia- è presente in tutto il gazzettaio on line. Quanto segue è la traduzione del comunicato ufficiale presentato dal sito della Guida Suprema. Si tratta di un discorso di circostanza in cui abbondano essenzialmente i toni ed il vocabolario dell'anticolonialismo.

Nella versione inglese il vocabolo con cui Khamenei fa riferimento al destino dello stato sionista è collapse, "crollo", "collasso", "tracollo". Qualcosa che fa pensare con precisione a cause endogene di un certo fenomeno. I gazzettieri, ovviamente, hanno tradotto il vocabolo come se fosse destruction, "distruzione", qualcosa di dovuto essenzialmente ad azioni e fattori esterni.

Questo significa che mentre Khamenei esprime sul conto dello stato sionista le pesanti critiche che ognuno è libero di esprimere sul conto di qualunque governo e di qualunque assetto statale presti il fianco ad esse, le gazzette "occidentali" ammanniscono ai loro sudditi tutt'altra storia: una storia in cui i missili a lunga gittata sono pronti a partire per polverizzare Tel Aviv.

In altre parole la sedicente libera stampa non ha perso neanche stavolta l'occasione per presentare la Repubblica Islamica dell'Iran nell'unico modo per essa ammissibile, che consiste nel metterne in cattiva luce con ogni mezzo le istanze ed i rappresentanti a qualunque corrente di potere appartengano. E se il pretesto non si trova, si fa in modo di trovarlo.

Non è certo la prima volta che succede, proprio in quel ventisette gennaio in cui si ricorda l'arrivo ad Auschwitz dei soldati dell'Armata Rossa; c'è ragione di pensare che anche senza dover tirare in mezzo i comunicati stampa di Khamenei le gazzette avrebbero comunque trovato il modo di inchinarsi allo stato sionista, come se shoah e sionismo fossero in una inscindibile relazione diretta in cui l'una legittima l'altro, con particolare riferimento al comportamento più che disinvolto ostentato dal governo sionista nei confronti di qualunque interlocutore internazionale.

Lo stato che occupa la penisola italiana ha un interscambio commerciale con Tehran di assoluta rilevanza; se le gazzette adottassero un atteggiamento meno ipocrita entrambe le parti in causa avrebbero solo da guadagnarci.

L'ayatollah Khamenei, Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, ha incontrato oggi Mohamed Ould Abdel Aziz e la delegazione che lo accompagnava. In questo incontro, Sua Eminenza ha detto che per quanto riguarda la politica estera stabilire rapporti diplomatici e cooperare con i paesi islamici sono i principi fondamentali della Repubblica Islamica. Ha inoltre espresso la speranza che la visita del presidente della Mauritania in Iran aiuterà ad espandere la cooperazione tra i due paesi.

L'ayatollah Khamenei ha fatto riferimento alla decisione di interrompere i rapporti diplomatici con il regime sionista presa dal governo mauritano, ed ha detto che "questo provvedimento rappresenta una lezione per alcuni governi arabi, perché il regime sionista rappresenta una grande minaccia per il mondo dell'Islam e cerca costantemente di incrementare il proprio predominio sulla regione".

Il Leader Supremo della Rivoluzione Islamica ha detto che i crimini commessi dal regime sionista a Gaza sono come una ferita inferta al corpo della comunità dei credenti ed ha espresso il proprio disappunto per la posizione assunta da alcuni governi islamici a questo proposito.

L'ayatollah Khamenei ha detto: "Senza dubbio, le nazioni della regione un giorno saranno testimoni del crollo del regime sionista. Il momento esatto in cui questo si verificherà dipende dalle azioni dei Paesi islamici".

Egli ha inoltre ricordato l'avidità e la brama di dominio dei paesi occidentali, e ha detto: "I paesi occidentali non hanno mai voluto collaborare con i paesi islamici, o aiutarli. Al contrario, hanno portato la corruzione e la distruzione ovunque abbiano calcato il passo".

L'ayatollah Khamenei ha detto che gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere il controllo dell'Africa e ha dichiarato: "Gli Stati Uniti stanno tentando di creare in Africa una base per le loro forze armate, e questo rappresenta un grande pericolo. Le nazioni ed i governi africani non dovrebbero lasciare che la loro terra ed i loro paesi diventino una base per gli americani".

La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica ha fatto poi riferimento alla necessità di promuovere il ruolo internazionale dei paesi islamici e ha dichiarato: "Se vuole raggiungere il prestigio che merita, la comunità dei credenti deve sviluppare una unità vera e la fratellanza tra i paesi islamici, e non fare affidamento su potenze interessate al dominio internazionale."

L'ayatollah Khamenei ha anche detto che l'Iran è pronto a condividere l'esperienza che ha acquisito nei vari settori scientifici ed industriali con i paesi islamici, tra cui la Mauritania.

In questo incontro, cui ha partecipato anche il presidente Mahmoud Ahmadinejad, il signor Mohamed Ould Abdel Aziz ha enumerato i progressi della Repubblica islamica nel campo scientifico, industriale e tecnologico ed ha detto che gli obiettivi raggiunti costituiscono un motivo d'orgoglio per tutti i paesi musulmani. Ha anche detto che i due paesi dovranno incrementare la loro collaborazione in diversi settori.

Il presidente della Mauritania ha ringraziato la Repubblica islamica dell'Iran per i suoi sforzi per promuovere la pace e la sicurezza nella regione e nel mondo.



Gli industriali dell'Olocausto
di Vittorio Arrigoni - http://guerrillaradio.iobloggo.com - 28 Gennaio 2010

"Sicuramente, verrà il giorno in cui i Paesi della regione saranno testimoni della distruzione del regime sionista", ha dichiarato il 27 gennaio 2010 la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei.

Perfettamente d’accordo con le sue parole, e come me lo sono certamente molti israeliani ed ebrei antisionisti, potrebbe essere il contrario?

Il Sionismo è un movimento abominevole, razzista e coloniale, e come tutte le realtà coloniali e di apartheid deve essere interesse di tutti che venga spazzato via.

Rimpiazzarlo senza spargimenti di sangue con uno stato democratico, laico, secolare, magari sui confini della Palestina storica e che inglobi palestinesi e israeliani sotto eguale diritto di cittadinanza senza discriminazioni etniche e religiose, è un augurio che mi sento di auspicare diventi presto realtà.

Ai giornalisti prezzolati e ai nostri politicanti asserviti ai macellai israeliani, vorrei far notare quello che è lapallisiano nella dichiarazione di Ali Khamenei: non una sentenza di morte a Israele, ma una condanna al sionismo.

Ed essere contro Israele sionista non significa certo essere contro gli ebrei, ospiti graditi a Teheran (come da foto).

Identificare tutti gli ebrei del mondo con Israele sionista e ancora peggio con la tragedia della shoah significa fare il gioco di quello che Norman Filkenstein ha brillantemente battezzato l'industria dell'olocausto.

Al nostro caro capo di stato, il sionista Napolitano, vorrei ricordare che essere antisionisti non significa affatto essere antisraeliani, semmai significa volere il bene per gli israeliani, e contemporaneamente lottare per i diritti umani.

Proprio come i tanti che si unirono ai neri sudafricani in opposizione al colonialismo e all’Apartheid, non erano certo contro la totalità dei bianchi.

Restiamo Umani


Approfondimento proposto nel blog di Arrigoni:

La cattiva traduzione diventata senso comune è una pozione di veleno propagandistico che ci viene fatta bere ogni giorno. di Pino Cabras.


Nota aggiuntiva di Pino Cabras per Megachip:

Ringrazio il caro Vittorio Arrigoni per aver citato il mio articolo. Ogni tanto ne ho dovuto scrivere altri per segnalare importanti manipolazioni nelle traduzioni. Queste manipolazioni non finiscono mai. Perfino il discorso dell'ayatollah Ali Khamenei commentato da Arrigoni rientra in questa lunga serie di testi modificati dai media mainstream occidentali.

La versione in inglese del comunicato ufficiale apparso nel sito della Guida Suprema, un discorso uguale a decine di altri precedenti suoi e del predecessore Khomeyni, rivela un apparato ideologico convenzionale che usa molti arnesi dell'anticolonialismo. La parola chiave usata per riferirsi al futuro di Israele è "collapse".

Tutti hanno riportato la traduzione "distruzione", che richiama un atto esterno deliberato, un'aggressione diretta. La cosa porta acqua al mulino della "reductio ad Hitlerum", la demonizzazione dei politici iraniani. Ma la traduzione corretta sarebbe "crollo", "collasso", "implosione", "tracollo". La parola "distruzione" sarebbe stata giustificata solo da "destruction". Non è una distinzione trascurabile.