domenica 27 giugno 2010

Strage di Ustica: il muro di gomma compie 30 anni

Oggi ricorre il trentennale della strage di Ustica, il Dc9 dell'Itavia precipitato in mare con 81 persone.

Ma dopo 30 anni di depistaggi, bugie, insabbiamenti e suicidi sospetti la verità deve ancora emergere.

E, a parte i parenti delle vittime e qualcun altro, i bla bla bla dei politici italioti dimostrano che anche dopo 30 anni nessuno la vuole.


Ustica trent'anni dopo celebrazioni senza pace
da www.repubblica.it - 27 Giugno 2010

Il 27 giugno 1980 il Dc9 Ih 870 dell’Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, scomparve dai radar. S'inabissò tra le isole di Ustica e Ponza. Ottantuno le vittime. Oggi si celebra il trentesimo anniversario della strage in un clima di accesa polemica politica Lo speciale di Repubblica "La verità negata"

Trent'anni fa il disastro aereo che costò la vita a 81 persone. Oggi a Bologna la giornata del ricordo. La presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti, torna a chiedere i nomi dei responsabili, confortata dalle parole del capo dello Stato che, proprio ieri, ha sollecitato "il contributo di tutte le istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera". Ma il valore anche simbolico dell’anniversario, sembra ormai compromesso dalle polemiche.

Le celebrazioni si svolgono nella scia del clamore per le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, che ha ipotizzato l’esplosione di una bomba all’interno del Dc9 Itavia. Venerdì è andato in scena lo scontro tra Giovanardi e il giudice Rosario Priore, ma le avvisaglie erano arrivate già mercoledì. "Nei prossimi giorni a Bologna tireranno in ballo tutta la mercanzia prodotta in tanti anni aveva detto Giovanardi per toccare l’immaginario collettivo, ma di un ipotetico missile non è stato reperito alcun riscontro". Di fronte a questo ennesimo "sasso nello stagno", le reazioni non si sono fate attendere.

La commemorazione ha inizio alle 11 nella sala del Consiglio di Palazzo D’Accursio, con l’incontro tra il commissario Annamaria Cancellieri e i parenti delle vittime. Sempre quest’oggi piazza VIII Agosto diventa il palcoscenico dell’installazione dell’artista Flavio Favelli, "Itavia Aerolinee".

In serata, alle 21.30, nello spazio antistante il Museo per la Memoria di Ustica, in via Saliceto, avrà inizio il primo dei due concerti di musiche di Karlheinz Stockhausen, "Ora Ventunesima". Il Museo, in cui il relitto del Dc9 è circondato da un’opera di Christian Boltanski, sarà aperto dalle 10 a mezzanotte, con visite guidate gratuite alle 11 e alle 20.

Schifani: "Conoscere le cause, vittoria per tutti". "Sono trascorsi trent'anni dalla strage di Ustica e, nonostante la memoria e il dolore siano immutati nelle coscienze di tutti gli italiani, il significato di un evento così terribile ci offre oggi la possibilità di una riflessione particolare". E' quanto scrive il presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio inviato a Daria Bonfietti: "Esprimo un forte auspicio che i recenti sviluppi giudiziari possano fare finalmente emergere con completezza e chiarezza la verità su quanto realmente accaduto, nella certezza che conoscere le cause del disastro prima del verdetto della storia sarebbe una vittoria straordinaria per noi tutti: sapere cosa avvenne su quel cielo quella sera ci renderebbe migliori, dando alla nostra Repubblica una speranza in più di crescere sulla strada difficile della condivisione e della trasparenza".

Fini: "Intensificare l'impegno per fare chiarezza". Sulla stessa lunghezza d'onda la lettera inviata a Daria Bonfietti dal presidente della Camera Gianfranco Fini: "In questa giornata, resa particolarmente triste dal lungo scorrere di anni non illuminati dalla verità, ritengo sia necessario ribadire e intensificare l'impegno di tutti per giungere a fare chiarezza su di una vicenda che continua a proiettare la sua ombra inquietante anche sul nostro presente".

"Nell'esprimerLe il sincero apprezzamento per l'instancabile attività promossa dalla Sua Associazione per mantenere costantemente viva l'attenzione degli italiani su questa tragica vicenda, rivolgo un commosso pensiero agli uomini, alle donne e ai bambini la cui vita fu spezzata da un destino ancora incomprensibile", conclude Fini.


Ustica, 30 anni di impunità
di Gianni Lannes - www.italiaterranostra.it - 26 Giugno 2010

27 giugno 1980: atto di guerra in tempo di pace nei cieli italiani. A Bologna 81 persone salgono a bordo dell’aereoplano civile diretto a Palermo: 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i dodici e i due anni, due bambini di età inferiore ai ventiquattro mesi e 4 uomini d’equipaggio.
Il velivolo decolla alle 20.08 e sparisce dai tracciati radar alle 20.59, a causa di due missili.

«L’incidente al Dc 9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento. Il Dc 9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro paese, di cui sono stati violati i confini e diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto».

La sera del 31 agosto 1999 il giudice Rosario Priore deposita la sua ordinanza-sentenza, un documento di oltre 3000 pagine con un centinaio di fogli di conclusione.

Secondo il magistrato Priore l’aereo dell’Itavia fu la vittima di un duello aereo fra caccia militari alleati e mig libici.

Daria Bonfietti – che ha perso il fratello Alberto nella sciagura – non ha alcun dubbio: «Ustica colpisce a morte il cuore della democrazia, intacca la sua sostanza. Ustica è il soffocamento sistematico e pervicace della democrazia italiana.

Segnala i poteri occulti dei corpi separati, conferma l’esistenza di forze che riducono la democrazia italiana a una democrazia di facciata». Il giornalista Andrea Purgatori – padre dell’inchiesta sul muro di gomma – bersaglia le responsabilità stragiste.

«Gli Usa hanno individuato i francesi come colpevoli della strage. In tutto questo c’è anche una nostra responsabilità, lo dice la Nato negli atti dell’inchiesta. E’ certo ci sono le prove, che alcuni ufficiali dell’Aeronautica sapevano e trattavano con la Cia all’insaputa dello Stato maggiore».

Oggi sono note cause, dinamica e scenario internazionale di matrice bellica.

Mancano all’appello solo gli autori materiali della strage e i loro mandanti governativi dell’Alleanza atlantica.




Ustica, Ciancimino dichiara:"Mi fu detto subito che era stato un aereo francese"
da Radio Città del Capo - Radio Metropolitana - 26 Giugno 2010

“Doveva essere una serata tranquilla, stavamo andando a giocare a carte ad un torneo di poker in un noto circolo dei potenti siciliani. Arrivati all’ingresso del circolo c’era un’auto blu che aspettava mio padre e Rosario Nicoletti, segretario della Dc siciliana.

Erano stati convocati d’urgenza a casa del ministro della difesa Attilio Ruffini per una riunione”. Sono i ricordi di Massimo Ciancimino rispetto alla sera del 27 giugno 1980, ai nostri microfoni.

Ciancimino ai magistrati palermitani nel 2008 aveva raccontato di aver saputo dal padre Vito, l’ex sindaco di Palermo organico a Cosa Nostra, che ad abbattere il DC9 Itavia sui cieli di Ustica era stato un aereo francese.

I pm romani Erminio Amelio e Maria Monteleone che hanno riaperto l’inchiesta sulla strage di Ustica lo hanno convocato come teste e dovranno cercare riscontri della sua testimonianza. “Ricordo il malessere di mio padre nel non poter dire ad un caro amico quello che era successo.

Era l’ingegnere Roberto Parisi della Icem, l’azienda che aveva in gestione l’illuminazione pubblica a Palermo. Parisi perse la moglie e la figlia Alessandra sull’aereo”. Ciancimino spiega perché il padre venne coinvolto: “Posso dire che mi fu detto subito che era stato un aereo francese.

C’era una volontà di controllo del territorio, in quel momento c’erano grandi obblighi da parte della politica siciliana collusa e controllata da Roma che imponeva le scelte di alcune aree da destinare agli alleati quindi anche per questo la scelta di coinvolgere mio padre, non solo per il suo rapporto con i cosiddetti corleonesi”.

Ascolta Ciancimino:

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