domenica 14 giugno 2009

Una sicurezza da peracottari

Non sono passate neanche 24 ore dalla presentazione

ufficiale della Guardia Nazionale Italiana, le cosiddette ronde nere - avvenuta ieri a Milano, durante un convegno del Nuovo Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN) - che immediatamente la Procura di Milano ha disposto accertamenti da parte della Digos su questo gruppo.

Al momento - negli accertamenti disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, d'intesa con il procuratore Manlio Minale - non ci sono indagati. Non c'è nemmeno un'ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di violazione delle legge Scelba del 1952 che punisce la ricostituzione del partito fascista e l'apologia del fascismo.

Infatti le divise delle ronde nere richiamano chiaramente simboli del periodo fascista e c'è anche da dire che chi le ha disegnate è rimasto proprio fermo a quell'epoca, non essendosi neanche degnato di farsi un giro per banche, supermercati o centri commerciali a scopiazzare qualche modello di uniforme indossata dai vari security.
Una telefonata ad Armani per avere qualche consiglio, no eh?

Si tratta comunque dell'ennesimo esempio del caos delirante che ha invaso l'Italia, partorendo anche questa conseguenza abominevole del famigerato "decreto sicurezza" su cui ovviamente si è già scatenato il solito bailamme italiota.

Il vicepresidente della fantomatica "Guardia nazionale italiana", Maurizio Monti, ha infatti affermato "La Guardia nazionale italiana è una onlus regolarmente registrata, come prescrive la legge e non crediamo ci possa essere alcun tipo di reato. Noi andiamo avanti, a meno che i tribunali ci dimostrano che abbiamo commesso dei reati. E' giusto che la magistratura indaghi, ma l'importante è che lo faccia con senso di giustizia. Aspettiamo di vedere come si svolgeranno i fatti. Se dovessimo avere avvisi dalla procura i nostri legali prenderanno le dovute cautele del caso".

Il sottosegretario all'Interno Mantovano invece dice "Una volta approvato il ddl sicurezza le 'ronde nere' saranno impossibili. Il decreto attuativo indicherà che le associazioni di volontari, non armati, non potranno essere espressione né di forze politiche, né di organizzazioni sindacali, né di tifoserie organizzate. Si prevede inoltre che eventuali divise e marchi dovranno essere conformi allo spirito della disposizione, che intende promuovere il contributo volontario di cittadini alla sicurezza e non richiamare realtà paramilitari".

A Mantovano replica però il segretario nazionale dell'associazione Funzionari di Polizia, Enzo Letizia "Non siamo affatto d'accordo con quanto ha sostenuto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. Il decreto attuativo delle ronde, che regolerà l'iscrizione delle associazioni nel registro prefettizio di cui i sindaci potranno avvalersi per il controllo del territorio potrà prevedere sanzioni o lo scioglimento delle ronde già istituite?. Se il decreto non lo prevede, nessuno potrà impedire le ronde 'fai da te' ed assisteremo ad un proliferare dello spontaneismo nella vigilanza sul territorio".

Mentre il presidente dei senatori dell'Udc, Giampiero D'Alia, dichiara "Il governo intervenga subito per vietare le ronde nere di militanti neofascisti pronti a farsi giustizia come fossimo nel 'ventennio'. Avevamo messo in guardia sui rischi di un provvedimento demagogico e pericoloso come le ronde: oggi abbiamo il primo esempio di una giustizia sommaria fai da te che porterà solo danni al Paese e nessuna sicurezza. Presenteremo un'interpellanza chiedendo al governo di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siano nere, rosse o verdi, le ronde sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini".

Se non ci saranno provvedimenti in questa direzione, è facilissimo prevedere che Polizia e Carabinieri saranno in futuro costretti a pesanti "straordinari" nel tentativo di sedare risse (come minimo) tra ronde nere, ronde verdi, ronde rosse ecc. ecc.

E tutto ciò in nome di una maggiore sicurezza per i cittadini...ma andate a cagare!!


Arrivano le ronde nere
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 11 Giugno 2009

Quest'estate, salvo imprevisti, i volontari della Guardia Nazionale Italiana (Gni) dovrebbero iniziare a pattugliare le strade delle città italiane in applicazione del disegno di legge sulla sicurezza del governo Berlusconi (approvato dalla Camera lo scorso 14 maggio, ora all'esame del Senato) che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde).

Sono ex appartenenti alle forze armate e alle forze dell'ordine e normali cittadini "patrioti e nazionalisti" pronti a "servire la nostra terra e il popolo italiano" svolgendo attività di vigilanza "per potenziare la sicurezza nei centri urbani" ma anche di "protezione civile" e di "promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane con particolare riferimento all'Impero Romano".
Hanno un Comandante Generale, il colonnello dei carabinieri in congedo Augusto Calzetta, di Massa Carrara, e un Presidente Nazionale, il giovane ex alpino Maurizio Correnti, di Torino (città in cui si trova anche la loro sede nazionale: le sedi operative sono, per ora, a Sarzana, Reggio Calabria e Siracusa).

Indossano una divisa: camicia grigia (inizialmente era prevista kaki) con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale nera, basco o kepì grigio con il simbolo della Gni: l'aquila imperiale romana.
Il loro equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero.
Al braccio portano una fascia nera con la "ruota solare", simbolo del Partito Nazionalista Italiano (Pni): la nascente formazione politica che sta dietro alla Gni.

Anche i membri del Pni avranno un'uniforme: la stessa della Guardia Nazionale Italiana. Il programma politico del Pni, di stampo statalista e collettivista, prevede tra l'altro la pena di morte per "gli usurai, i profittatori e i politicanti", la lotta "contro il parlamentarismo corruttore" e la creazione di "un forte potere centrale dello Stato" e di "camere sindacali e professionali", il diritto di cittadinanza e l'accesso alle cariche pubbliche "solo per chi sia di sangue italiano", lo stop a "ogni nuova immigrazione di non-italiani" e l'immediata espulsione forzata di "tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977", il divieto di pubblicazione di "giornali che contrastano con l'interesse della comunità" e l'abolizione di tutte le organizzazioni e istituzioni "che esercitano un influsso disgregatore sulla nostra vita nazionale".

I paramilitari del colonnello Calzetta e le camicie grigie del Pni debutteranno ufficialmente il 13 giugno mattina (ore 11) a Milano, al numero 5 di via Chiaravalle, angolo via Larga, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale di Gaetano Saya, che nella sua pagina internet personale si dichiara "l'ispiratore politico" della Guardia Nazionale Italiana".

Estimatore di Berlusconi e acerrimo nemico di Fini, Saya, che dopo il recente scioglimento di Alleanza Nazionale è rimasto l'unico depositario del simbolo dell'Msi di Almirante, è l'ex agente segreto della Nato ed ex 'gladiatore' legato al Sismi, che già nel 2003 provò a creare un gruppo paramilitare di 'camice grigie' (i Reparti di Protezione Nazionale) e che nel 2005 venne arrestato per l'oscura vicenda dei ‘servizi paralleli' (il Dssa, Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo, diretto da Gaetano Saya e Riccardo Sindoca): una "banda di pataccari" secondo l'allora ministro degli Interni Pisanu, che però risultò avere rapporti con i vertici degli apparati di sicurezza dello Stato, in particolare con i servizi segreti militari.
PeaceReporter ha intervistato Gaetano Saya per capire qualcosa di più sulla Guardia Nazionale Italiana e sul Partito Nazionalista Italiano. Ecco cosa ci ha detto.

Saya, una breve digressione prima di cominciare: com'è finita la storia del Dssa?

L'inchiesta contro di me fu avviata per gettare fumo negli occhi, per sviare l'attenzione dai veri servizi deviati, quelli che facevano e fanno tuttora capo a Marco Mancini, l'allora dirigente del controspionaggio del Sismi. Proprio nei giorni del mio arresto, nel luglio 2005, Mancini e soci stavano rischiando grosso per la vicenda del rapimento di Abu Omar: erano i giorni in cui il capocentro della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, lasciava precipitosamente il territorio nazionale per sfuggire alla giustizia italiana.

Io e la Dssa siamo stati usati come capro espiatorio, sono stato vittima di una trappola, una cospirazione orchestrata dagli agenti deviati di Mancini, come il giornalista Renato Farina, l'agente ‘Betulla', che su Libero scrisse che io e la Dssa eravamo coinvolti nel rapimento di Omar.
Dopo che, nel 2006, Mancini, Pollari, Pio Pompa, Tavaroli e Cirpiani sono finiti nei guai per il caso Abu Omar e per lo scandalo Telecom-Sismi, la persecuzione contro di me non serviva più e quindi è finita nel nulla. Salvo scoprire, proprio pochi giorni fa, che la Procura di Genova ha chiesto la riapertura del caso. Stavolta questi magistrati e poliziotti eversori, legati ai servizi deviati di cui sopra e appoggiati dalla sinistra, ma anche da Gianfranco Fini, vogliono colpire me per colpire il governo Berlusconi. Ci ha già provato, senza riuscirci, la Procura di Torino, cercando di criminalizzare la Guardia Nazionale Italiana per far naufragare il decreto sicurezza del governo: pochi giorni prima della sua approvazione alla Camera, la Digos di Cuneo è andata a casa mio figlio Dario accusandolo di far parte della Gni e di detenere illegalmente armi. Speravano di scatenare un putiferio. Ma le armi erano tutte regolarmente detenute, inoltre mio figlio non ha nulla a che fare con la Guardia Nazionale Italiana. Adesso, dopo questo buco nell'acqua della Procura di Torino, torna alla carica quella di Genova con la Dssa...

Saya, veniamo alla Guardia Nazionale Italiana. Sembra tanto un gruppo paramilitare fascista: le divise, i riferimenti al patriottismo, l'aquila imperiale romana...

Queste sono tutte stupidaggini! La Guardia Nazionale Italiana non c'entra niente con il fascismo. Io stesso non sono fascista. Sono di destra, sono un conservatore, un nazionalista: chiamatemi come volete, ma non sono fascista. Se fossi vissuto nel 1943 e avessi visto i fascisti che rastrellavano e fucilavano dei cittadini italiani mi sarei ribellato. Ho appena visto al cinema il film ‘Vincere', che dà una visione molto negativa di Mussolini e del fascismo, e le posso dire che mi è piaciuto molto. Io mi considero un cittadino fedele, un difensore della Costituzione del 1948, sulla quale ogni membro della Guardia Nazionale Italiana dovrà giurare. Io ho sempre avuto ottimi rapporti con il governo d'Israele e i suoi servizi segreti: pensa che se fossi fascista gli israeliani lavorerebbero con me? Sulle divise, sa che le dico? Se devono suscitare tutto ‘sto clamore, vorrà dire che magari le cambieremo (dopo quest'intervista, la camicia kaki ha lasciato il posto alla camicia grigia, n.d.r.). L'aquila imperiale romana? Bisogna essere ignoranti per non sapere che è un simbolo storico della nostra patria, visibile su tanti monumenti di Roma, e che non c'entra nulla con il fascismo.
La Guardia Nazionale Italiana è un'associazione apolitica nella quale può entrare chiunque si riconosca in questa iniziativa: si figuri che hanno aderito perfino dei comunisti, persone di Massa Carrara.

Stento a crederlo. La nostra Costituzione repubblicana si fonda sull'antifascismo, ma sul gruppo Facebook della Guardia Nazionale Italiana, il Presidente Nazionale, Maurizio Correnti, scrive ai sostenitori: "Si prega di astenersi con lo scrivere ‘camerati' ecc ecc, comunque frasi e slogan tipici di altri tempi. Con questo - precisa Correnti - non vogliamo assolutamente dichiararci antifascisti, sia ben chiaro". C'è qualcosa che non torna...

Questo lo ha scritto lui, ognuno è libero di scrivere ciò che pensa. Nella Guardia Nazionale Italiana ci sono fascisti e non fascisti.

Questo, però, lo ha scritto lei, sulla sua pagina Internet personale, lo scorso febbraio, alla vigilia della creazione della Guardia Nazionale Italiana. Cito testualmente: "Migliaia di prostitute straniere schedate e non espulse. Migliaia di zingari che commettono furti nella totale impunità. Milioni di clandestini che si aggirano impunemente nelle città. Migliaia di stranieri che spacciano, rubano, stuprano, uccidono. Un aumento dell'80 percento di scioperi e di occupazione di uffici pubblici e privati. Centinaia di assalti armati contro la proprietà privata commessi da stranieri. Attentati contro la proprietà dello Stato. Gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari. Deputati e Senatori della Repubblica che istigano all'insurrezione armata contro i poteri dello Stato, un ministro dell'Interno dichiaratamente secessionista. Un numero indescrivibile di riviste e programmi televisivi politici che invitano alla rivolta. Giullari e saltimbanchi che oltraggiano e vilipendono i Ministri e il Governo. L'uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri e le autorità costituite. (...) Il popolo è minorenne, la Nazione malata; ad altri aspetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere, la repressione è il nostro credo. Repressione e Civiltà". E ancora: "Noi vogliamo ripulire l'Italia dal marcio che vi si annida, vogliamo riportare una ferrea disciplina in tutta la Nazione". "La Destra snuda la sua spada per tagliare i troppi nodi di Gordio, che irretiscono e intristiscono la vita Italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo Spirito immortale delle migliaia di morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontà ci raccoglie, un solo pensiero ci infiamma: contribuire alla grandezza e alla salvezza della Patria. Uomini della Destra di tutta Italia, tendete gli spiriti e le forze, bisogna vincere e con l'aiuto di Dio vinceremo!!!".

Ma questi sono solo degli slogan, che faccio un po' qua e un po' là! Allora, chiariamo una cosa: gli immigrati sono l'ultimo dei problemi. Non sono loro il nostro obiettivo. Se proprio vuole saperla tutta, per noi il vero pericolo per l'Italia è rappresentato dai secessionisti della Lega Nord. Loro sì che sono contro la Costituzione! Loro che vogliono distruggere la nostra unità nazionale, che offendono continuamente i simboli della nostra patria, che creano impunemente governi provvisori secessionisti e arruolano gente nella formazione anticostituzionale della Guardia Nazionale Padana. E' questa gente che dovrà fare i conti con la nostra Guardia Nazionale Italiana: se vedremo un leghista che brucia un tricolore lo faremo arrestare! Che la Lega stia attenta a dove va. E' per contrastare la Lega Nord che alle prossime elezioni ci presenteremo al nord con il Partito Nazionalista Italiano.

Quello che per simbolo ha lo schwarze sonne, il sole nero utilizzato da tanti gruppi neo-nazisti? Quella specie di svastica a dodici braccia, antico simbolo pagano germanico, che adorna il pavimento della sala principale del castello di Wewelsburg, il quartier generale delle Ss?

Non diciamo sciocchezze! La ruota solare non ha nessun legame provato con il nazismo, tant'è vero che in Germania essa non è vietata, come lo è invece la svastica, e viene liberamente utilizzata come logo commerciale. Questo simbolo, di cui io detengo la proprietà in Italia, è in realtà un simbolo magico dei Maya che evoca il potere...

Scusi se la interrompo, ma come appassionato di cultura Maya e mesoamericana le posso garantire che nel simbolismo di quel popolo non c'è traccia di qualcosa di simile.

Ma come no! Faccia una ricerca su Google con le parole ‘terra cava'!

Torniamo al Partito Nazionalista Italiano: ce ne può parlare? Abbiamo capito, dal simbolo e dalle divise comuni, che è legato alla Guardia Nazionale Italiana. Ma in che relazione sta con lei e con il suo Msi?

Il Partito Nazionalista Italiano, Pni, nascerà ufficialmente a Milano il prossimo 13 giugno, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. Quel giorno, io lascerò la presidenza dell'Msi-Destra Nazionale a mia moglie, Maria Antonietta Cannizzaro, che è in ottimi rapporti con il capo del governo. Il sottoscritto diventerà quindi presidente del nuovo Partito Nazionalista Italiano, che alle prossime elezioni politiche nazionali si presenterà nelle regioni settentrionali, dove la fiamma tricolore non tira molto, per contrapporre al nazionalismo padano il nazionalismo italiano. Nelle regioni centrali e meridionali, invece, si presenterà l'Msi-Destra Nazionale con il suo simbolo storico. Entrambi, spero, come alleati del Pdl di Berlusconi: se poi qualcuno ce lo impedirà, correremo da soli.

Saya, è vero che già duemila persone si sono iscritte alla Guardia Nazionale Italiana?

Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine. La invito al congresso del 13 giugno, al quale abbiamo invitato anche il presidente Berlusconi, così si renderà conto con i suoi occhi: noi non abbiamo nulla da nascondere.


Dssa, non solo pataccari
di Angelo Miotto - Peacereporter - 4 Giugno 2009

Il DSSA venne alla luce nel luglio del 2005 quando le procure di Genova e di Milano fecero tre arresti e venticinque perquisizioni. Il Dipartimento di studi strategici antiterrorismo era una struttura illegale parallela rispetto all'intelligence. L'indagine era nata un anno prima, quando si cercava di trovare una pista su Fabrizio Quattrocchi e la sua presenza in Iraq nell'ambito dei mercenari. L'apparato era illegale, una delle strutture era collegata a un movimento politico, la Destra nazionale- nuovo Msi e a un sindacato, l'Unione nazionale forze di polizia. Due strutture che facevano da interfaccia a questo apparato che si era costituuito dopo gli attentati dell'11 marzo del 2004 a Madrid.

Stiamo parlando di una vicenda che riunisce una congrega di spie e neofascisti, ma soprattutto di poliziotti che, a parer mio, non erano solo dei pataccari, perché nel corso delle indagini si era visto come potessero avere diretto accesso alle banche dati del Viminale, oltre al fatto che potevano contare su legami con il Sismi.

Ci furono, allora, siti internet oscurati dalla magistratura: su uno di questi era comparso l'annuncio della costituzione di reparti di protezione nazionale, una struttura paramilitare con tanto di divisa, basco, camicia e cinturone nero che, secondo le intenzioni, dovevano funzioanre a supporto delle forze armate in caso di pericolo, che poi era individuato nel terrosimo di stampo islamico.

Erano credibili?
Stiamo parlando di una struttura illegale di neofascisti che la sparavano anche grossa, perché lo stemma del DSSA è una specie di modifica dello stemma della Cia. Gli agenti che operavano si dichiaravano ex agenti con passato da gladiatore e il loro capo, Gaetano Saya, diceva di essere un massone e non di poco conto, perchè si definiva un Maestro venerabile della loggia Divulgazione 1.

Una storia nuova, oppure in passato, dopo la scoperta della loggia P2, ci si era imbattuti in organizzazioni simili?
Una storia che non è nuova nelle forze di apparati segreti e polizia. Nel nostro Dopoguerra, sorpassata la Loggia P2, abbiamo conosciuto strutture simili, che sono state inquisite e messe alla berlina quando, secondo me dovevano essere studiate di più.

Esempi?
Il progetto Arianna, costituito in chiave antidrioga. Una struttura clandestina in cui erano arruolati agenti appartenenti alle forze dell'ordfine. Oppure il caso degli Elmetti bianchi, anche qui con agganci internazionali, formati da ex poliziotti, che ebbe una qualche notorietà nel corso delle indagini su Telecom Serbia.

La Legione Brenno, nata all'inizio della guerra serbo-croata, in cui si diceva che si doveva difendere la frontiera dell'Occidente minacciato. La Legione era costiutita da poliziotti, carabinieri ed ex agenti segreti. Ce ne sono altre, come la Falange armata, siamo ai primi anni '90, una agenzia che tendeva ad aumentare la tenisone con lettere e bossoli con elementi che facevano risalire a contatti con elementi della Settima divisione del Sismi. Si tratta di realtà che non dovevano essere sottovalutate perché ci dicono che le deviazioni esistono e continuano ad avvenire.

Istituzionalizzate le ronde, quindi, le formazioni come quelle di Saya possono operare sotto l'egida della legalità.
Gaetano Saya è molto attivo. Nel 2005 avvenne quel fatto gravissimo dell'attuale presidente del Consiglio - era in carica anche allora - che si rivolse alla sua struttura per un'alleanza elettorale. Saya era agli arresti domiciliari proprio per l'inchiesta sulla DSSA e all'incontro con berlusconi ci andò la moglioe, con tanto di foto. L'incontro non portò a nessun tipo di accordo elettorale. Credo che oggi questo personaggio abbia colto la palla al balzo, che si si ainfilatop nelle pieghe del decreto sicurezza. Con la storia delle ronde quello che una volta si faceva in gran segreto adesso si può fare allo scoperto con la legittimazione di strutture che possono girare per le strade delle metropoli ancora una volta con lo stesso obiettivo, un filo di continuità contro l'invasione 'dei barbari islamici'.


Saya e l'incubo sicurezza. Dossier falsi in salsa SS
di Marco Imarisio - Il Corriere della Sera - 14 Giugno 2009

«Certo che è bello» diceva al telefo­no. L’agente in ascolto non poté esi­mersi dal sottolineare il tono di vo­ce. Rapito, estasiato, scrisse. Era il marzo 2005 e nella casa di Firenze Gaetano Saya contemplava il simbo­lo della sua «Polizia parallela». Due serpenti attorcigliati a una spada che sul manico ha una rosa dei venti in stile Nato. Quella era l’unica modifi­ca al disegno originale, che invece aveva una svastica e non per caso, trattandosi dello stemma delle Ss croato-bosniache create da Adolf Hit­ler.

«Gente veramente con le palle» sottolineava lui nella succitata con­versazione. Fu arrestato quattro me­si dopo. Le divise della Guardia nazionale italiana, peraltro identiche a quelle dei surreali nazisti dell’Illinois indi­menticati protagonisti del film sui Blues Brothers, non sono che l’ulti­mo di una serie di piccoli ma sentiti omaggi al Terzo Reich. Gaetano Sa­ya, nato a Messina il 24 aprile 1956, «cresciuto dall’amato nonno Matteo Francesco Gesuino che aveva servito nel Regio esercito ed era stato pre­sente alla marcia su Roma, il quale gli aveva inculcato l’amore per la pa­tria », così scrive di sé in una sua asciutta biografia, è tornato tra noi. «Fascista, ma fascista vero, fascistis­simo che la Alessandra Mussolini ci fa schifo perché è una moderata del c...» diceva ai tempi della Dssa, Dipar­timento studi strategici antiterrori­smo, la sua precedente creatura. Il giorno che venne scoperta, fu im­provvidamente definita da tutti i me­dia come una polizia parallela, una sorta di servizio che più deviato non si poteva. Sostenevano di essere in 300, erano meno di 30.

Quando l’ordinanza d’arresto di Saya e dei suoi proseliti divenne di pubblico dominio, si capì che le isti­tuzioni democratiche del Paese avrebbero comunque tenuto senza grossi problemi. Le intercettazioni sono un inno al pecoreccio, con i no­mi dei principali politici italiani og­getto di rime baciate a sfondo sessua­le. L’Ugo Tognazzi di Vogliamo i co­lonnelli in versione Alvaro Vitali. Nel­le conversazioni registrate compare addirittura un generale, tale Gilber­to, ma in realtà è Riccardo Sindoca, il socio di Saya, che parla camuffando la voce. Gli inquirenti scrivono che tutti gli altri affiliati ne conoscono bene la vera identità, «ma lasciano fa­re, con atteggiamento comprensi­vo». La Dssa non faceva altro che pre­parare dossier falsi, regolarmente spediti a organi di stampa e istituzio­ni, dal comando generale dei carabi­nieri al Vaticano. Nei fatti, vendeva paura e in qualche caso trovava ac­quirenti.

Lo scorso 28 maggio la pro­cura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di Saya e di altre 20 persone della «piccola Gladio». L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata all’usurpazione di titolo oltre, in vari casi, all’illecito uso d’informazioni ri­servate tratte dalle banche dati del Vi­minale. Nelle sue note autobiografiche, tra qualche verità e molte bugie, Saya racconta di essere stato ingaggiato a 18 anni dai servizi segreti della Nato. Non risulta, così come è dubbia la sua partecipazione alla prima Gla­dio. Nel 1997 testimonia al processo Andreotti affermando che il senatore è il mandante dell’omicidio Dalla Chiesa. A porte chiuse, lo fanno spo­gliare per verificare se, come sostie­ne, ha un tatuaggio sotto l’ascella si­nistra che certificherebbe la sua ap­partenenza a un’organizzazione mas­sonica legata ai servizi. Alla fine il presidente Francesco Ingargiola non nasconde la sua perplessità. «Since­ramente, non abbiamo ancora capito chi è questo signore».

Nel 2004 viene indagato per propa­ganda di idee fondate sulla superiori­tà e l’odio razziale, diffuse attraverso un sito collegato al Nuovo Msi, parti­to che dirige assieme alla moglie Ma­ria Antonietta Cannizzaro. Le disav­venture giudiziarie non lo fanno re­cedere dall’agone politico. Nel 2006 si candida alle elezioni con un pro­gramma ben preciso. «Espellere tutti gli immigrati, che sono un pericolo per la purezza della nostra razza. I fi­nocchi invece possono lavorare tran­quillamente, ma devono rimanere il più possibile nascosti. La loro presen­za, purtroppo, devia la nostra socie­tà ».

Tra le sue molteplici attività si se­gnalano le mail minatorie inviate nottetempo a Furio Colombo. Il Partito nazionalista italiano — e non dell’Illinois — costituisce il natu­rale approdo di questo bizzarro per­sonaggio. Le sue ronde superano a destra anche le Sss, Soccorso sociale e sicurezza, fondate a Massa Carrara da un gruppetto di persone che van­ta tra le sue file un ex capitano della Folgore e alcuni universitari che ade­riscono ad associazioni vicine a For­za Nuova. Per fare una prova servo­no tre indizi. Aspettiamo il terzo.